Certe cose sono delle meraviglie, dei capolavori stupendi, e splendono agli occhi di tutti. I tesori sono cose nascoste, si devono cercare e, quando vengono scoperti, la loro bellezza si rivela forse più dolce e il loro ricordo più durevole.
La cripta delle SS. Marina e Cristina a Carpignano è già stata presentata ai lettori della Spitta. Questa chiesa sotterranea risale a più di mille anni, ed alcuni segni di rimaneggiamento evidenziano il passaggio nel XVIII sec. dal rito greco a quello latino. Il complesso, con i belli affreschi dal IX al XV secolo, costituisce una testimonianza di altissimo valore dell’arte bizantina medievale nel Salento*.
Nella parte del naos chiamata vima e riservata ai soli sacerdoti troviamo quest’immagine dell’Annunciazione. Fra le centinaia di scene che rappresentano un Angelo inginocchiato nel salutare la futura Madre di Dio sorpresa (per forza, immaginatevi…) e raccolta nell’ascolto, quell' affrescho del anno 959 è una cosa rarissima nella storia dell’arte. Di solito l’Angelo si trova a sinistra, e la giovane Maria collocata a destra. La disposizione dei luoghi come verranno dipinti nei secoli ulteriori presenta abitualmente le due figure separate da un dettaglio dell’architettura finta : una colonna, la soglia di una casa o di una stanza, oppure l’Angelo che rimane fuori in un giardinetto mentre la Vergine sta in una camera spesso riccamente arredata. Qua l’artista ha combinato le cose come glielo suggerivano non i luoghi dell’immaginazione ma le pareti che gli si trovavano davanti : una porzione di muro esigua a sinistra, un’altra più larga a destra, che vengono articolate in un modo tanto semplice quanto evidente.
Sistemare in un’area recinta la Madonna con un fuso in mano permetteva a Teofilatto (il cui nome appare sulla scritta) di dispiegare comodamente, con tanto di fruscio e di solennità, il Messaggero divino e le sue splendide ali : che Arcangelo sarebbe Gabriele con delle ali striminzite ? Così c’è anche spazio per rendere percepibile il movimento di chi sta per inginocchiarsi, ma non è oggi il caso di presentarsi con riservatezza (« Scusi signorina… se non disturbo… »). Lui sa già di cosa si tratta, e la linea che disegna la mano destra – con le dita unite per significare la preghiera - rende imperiale il gesto del braccio che porta lo sguardo verso il Pantocrator sul trono di maestà, in un altro spazio, quello dell’abside al centro, al cuore dell’intera scena.
Claire Bodson
* L'Ιstituto di Tecnologia dell'Informazione del CNRC (Conseil National de Recherches du Canada) ha sviluppato nel 2003 in collaborazione con l'Università di Lecce, un progetto che permette la rappresentazione virtuale tridimensionale della cripta.
sabato 6 settembre 2008
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