(Storia di mio zio)
Ero giovane nella scuola elementare del nostro villaggio. Mio nonno, nei giorni della Grande Quaresima sempre mi spingeva a imparare la preghiera di "CIRIE DINAMEON", chiedendomi di inginochiarmi ogni sera, prima di andarmi a dormire, per pregare.Con anzia io aspettavo la Grande Settimana e la Sacra Passione, perche dopo sarebbe venuta la Resurezione di Cristo.
Quante nuove cose e quante contentenze avevo il giorno di Pasqua!! Con tutta la gioia che mi portava !! Ma la più importante di tutte erano i miei nuovi vestiti, la mia nuova "vraka" (pantaloni) e il mio bello"jeleco"(camiciola) che mia madre cuciva per lungo tempo e preparava con richami di tutti i colori che decoravano l'orlo del mio "jeleko" e anche le tasche. E quando arrivava il giorno di Pasqua, andavo in chiesa.
Camminavo con orgoglio, credendo che ero io il solo a camminare con i miei nuovi belli vestiti. Invece noi tuttii giovani credevamo di essere noi a portare la Pasqua con le rosse uova e tutta quante l' allegria di quel giorno!!!!!. E il mio "zonari"(cinta) io l' ho dimenticato??... Fatto di seta : mia nonna mi l'ha portato, quando lei e andata a nuotare al fiume "Giordano"dove Cristo era stato battezzato e a pregare sulla tomba del Santo Sepolcro. Sopra la bella cintura di seta erano ricamate le lettere di una preghiera. Mi ricordo come tutti i miei amici tradivano la loro gelosia vedendo il mio"zonari": perche quello loro era fatto della stessa roba della loro "vraca"(pantaloni) o con seta ricamata dai bossoli di bachi da seta che le donne allevavano e che preparavano e coloravano per fare il filo di seta, ma non come quello mio.
Io ero magrino e non pesavo tanto. Per fare i miei nuovi vestiti era poco il costo e quindi facile era confezionarli. Solo il mio "zonnari" era venuto da fuori, ma tutto il resto era fatto con materiali provenienti dal villagio e non costava troppo vestire un giovanotto della mia età a quel tempo. Così mio padre poteva risparmiare più soldi per acquistare le altre cose per la casa. Da solo mio padre coltivava il cotone di cui avevamo bisogno. Mia madre invece, lo dipanava con le sue mani, poi lo turbinava e faceva la filatura che la tingeva con i suoi bei colori, fatti di erbe e fiori. Il filo, piano piano aumentava sul telaio e intanto cantava una canzoncina antica, e tessendo creava il panno, ma che panno!! Come era resistente quel panno dei nostri vestiti! Ci sembrava, vestendo il nostro corpo con i nuovi vestiti di Pasqua e andando in chiesa, che Cristo con la forza della della sua resurrezione ci benecesse e facesse i nostri vestiti forti e specialmente a
la mia "vraca”.(pantaloni)
THEONIA DIAKIDIS
sabato 11 aprile 2009
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