domenica 13 luglio 2008

Costruiamo il futuro

Passeggiando nei paesi greci e non, mi sono accorto che quando vai a parlare del giornale griko e dici che vuoi impegnarti per far vivere la lingua grika, tutti si mostrano contenti, ma molti ti guardano come fossi un bambino intento in giochi di fantasia e tornano a pensare alle loro cose “serie”. Magari quelli stessi trenta anni fa credevano di poter rivoltare il mondo intero e ogni tanto andavano a menare le mani per le loro idee.
Non voglio dire che tutti dovrebbero credere nel Griko vivo, capisco che non è facile dimostrare quanto possa giovare non restare fermi a guardare il mondo che ti scorre sopra, cambiandoci la lingua, la storia, iol cuore, la testa. Però almeno sarei più felice se la gente venisse a dirmi che non può pensare al Griko perché ha in mente ideali più grandi in mente, perché è impegnato a migliorare il mondo, altro che sette paesi griki.
Sappiamo che non è così, le grandi cose che ha in mente la gente oggi sono i soldi, la carriera, una vita tranquilla, il divertimento. E questo per coloro che hanno vissuto il ’68 e il ’77 ma anche per i giovani, che vengono spinti oggi sempre più a pensare al proprio bene. Possiamo dire: meglio un popolo con la testa vuota e tranquilla del sangue versato per strada. Può essere.
Ma il sole sorge e tramonta su di noi anche se stiamo a guardarci i piedi, il mondo non sta fermo, lo spingono coloro che lo vogliono, quelli che credono in qualche idea, anche la peggiore. Oggi perdiamo il Griko, domani cosa perderemo?

Francesco Penza, Maggio 2008

Nessun commento: