domenica 13 luglio 2008

Si devono boicottare le olimpiadi di Pechino?

Si devono boicottare le olimpiadi di Pechino?

Le manifestazioni d'opposizione al regime cinese durante la cerimonia d'accensione della fiaccola olimpica a Olimpia avevano come scopo di rendere cosciente l'opinione pubblica al problema del Tibet e più generalmente al non rispetto dei diritti umani dalla Cina.
La polizia greca ha fermato parecchi attivisti tibetani e il governo ha condannato queste azioni che, come ha sostenuto, “non hanno nulla da vedere con lo spirito olimpico”.
Successivamente forte polemica ha attraversato i mezzi di comunicazione greci, perché la telecamera della televisione che trasmetteva in diretta la cerimonia ha cambiato, di colpo, senza ragione apparente, l'angolo di presa quando i giornalisti di “Reporters sans frontières” sono intervenuti spiegando una bandiera olimpica sulla quale gli anelli erano delle manette. Con questa azione, i “Reporters sans frontières”, hanno iniziato la serie di proteste che si sono susseguite lungo il percorso della fiaccola verso lo stadio Panatenaico e poi a Parigi, Londra, New Delhi, Bangkok ... fino a Pechino stesso.
Contemporaneamente si sono diffuse diverse idee che propongono, poiché la Cina non rispetta i diritti umani, il boicottaggio dei Giochi.
Gli atleti, che pensano solo a : “Ciascuno per sé e vinca il migliore”, sono opposti a queste idee.
I leader politici non sanno cosa fare, dicono che boicotteranno la cerimonia d'apertura dei Giochi, che interverranno, che consiglieranno alla Cina di diventare più democratica.
Non sarebbe meglio che incitassero gli atleti a manifestare, sul podio della premiazione, la loro opposizione e la loro protesta come avevano fatto nel 1968 a Città di Messico Tommie Smith e John Carlos alzando il braccio teso con la mano in un guanto nero mentre si suonava l'inno nazionale americano?
Non sarebbe meglio che andassero a Pechino per la cerimonia d'apertura dei Giochi per manifestare lì, durante la cerimonia, la loro protesta per il comportamento della Cina?
Non sarebbe meglio che invitassero, il Dalai Lama ad assistere con loro alla cerimonia inaugurale? Ve lo immaginate? Il Dalai Lama seduto tra Bush, Baroso, Hu Jintao e altri Sarkozy, Merkel, Zapatero, Brown, Putin ecc. salutando l'inizio dei Giochi di Pechino?
Certo che sarebbe meglio. Ma basta col sognare. Torniamo alla realtà.
L'autonomia del Tibet, i diritti umani, la democrazia non interessano né Bush né Hu Jintao né Putin né l'Europa.
Quello che gli interessa è prendere la loro parte della grande torta economica che rappresenta il miliardo e mezzo di consumatori cinesi. E la democrazia che gli vogliono presentare e offrire è la stessa della nostra : quella del diritto di consumare. Nient'altro.
Eccola la realtà: il potere cinese auspicava l'organizzazione dei Giochi per motivi e fini politici. Per la propaganda. Gli sponsor e il CIO gliel'hanno concessa per ragioni analoghe. Per il business.
Il Dalai Lama è in esilio in India.
Il potere cinese continua a imprigionare gli oppositori e a considerare il Dalai Lama fuori legge. Insiste nel dire che il problema del Tibet è un problema interno e che si piegherà.
Il potere cinese si fa sempre più duro ed attacca dicendo che “nessuna forza al mondo può fermare la fiaccola dei Giochi di Pechino”.
I cinesi boicottano i prodotti francesi perché la Francia ha diffuso le immagini della protesta.
La comunità internazionale cerca di correggere l'incorreggibile. Ma ora è troppo tardi. L'errore, l'errore madornale, è stato di consentire alla Cina di organizzare queste olimpiadi. Il resto non è altro che lacrime di coccodrillo.
Noi scriviamo a fine maggio; non si può prevedere quello che succederà fino al termine dei Giochi.
Speriamo che quando le luci della ribalta saranno spente, le misure di ritorsione e la vendetta non diventino ancora più dure nella Cina post olimpica.

Iannis Papageorgiadis

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