martedì 1 gennaio 2008

Come dobbiamo scrivere in Griko: intervento di De Pascalis

Più che come, con quale.

Prima di cominciare a parlare sarebbe buona cosa mettere alcuni paletti.
E quindi, più che come, con che cosa, con quale alfabeto è opportuno scrivere?
Si deve scrivere con l’alfabeto italiano?
Dobbiamo scrivere con un alfabeto straniero?
Almeno per questo che la pensiamo tutti allo stesso modo.
Non ho la certezza, ma credo che, interpellati, tutti sceglieremmo l’alfabeto italiano.
E l’alfabeto italiano è composto da ventuno lettere. Per le parole straniere, molte volte si ricorre alle lettere J, K, Y, W, e X.
Per le parole straniere.
Adesso, quando siamo tra di noi possiamo fare ciò che vogliamo e ognuno può scrivere come vuole. Ma con il giornale non è la stesa cosa.
Dobbiamo tener presente che il giornale lo possono leggere tutti. E le persone ogni giorno leggono con le ventuno lettere dell’alfabeto italiano.
E ciò che ci dice la gente e che trova difficile leggere “i Spitta”.
Per questo dobbiamo mettere attenzione a non fare le cose ancora più difficili.
Dobbiamo allora mantenerci, quanto più possiamo vicino a ciò le persone sono abituate a vedere quando si mettono a leggere.
Il giornale disseminato di “K” non agevola tutto questo
Un giornale, dove “ch” non si pronuncia più col suo suono, inganna colui che legge. Mi sembra, avete presente quella canzone di alcuni anni fa che faceva, con grande arroganza, “fatti più in là”? Ecco così mi sembra!
Per questo, credo, che dobbiamo scrive, finché lo possiamo fare, con le lettere dell’alfabeto italiano, lasciando stare “gli altarini” come stanno. Senza cambiare niente, ripeto, finché ciò è possibile.

Per tutto ciò le mie proposte sono le seguenti:

“H” per l’aspirata. E’ sufficiente questo perché tutte le lettere rimangano al proprio posto

“J” per le parole come: ghèjo, àjo, ecc..

Per il suono “ZZ”(z aspra) io proporrei:
Quando tutti i paesi pronunciano allo stesso modo (azzumpò, ammazzìti, pezzonno, ecc.), scrivere “ZZ”.
Quando le parole provengono dal ”cs” o dal “ps” (psomì, csìlo, ec.),
i paesi che pronunciano “zz” come Sternatia, che scrivano “ts” o “tz” ( si scelga un modo);
i paesi che pronunciano “SS” o “Fs” che scrivano “fs”.

Giuseppe De Pascalis.

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