martedì 1 gennaio 2008

Omeopatia: terapia che somiglia al male

Molte persone oggi quando hanno un problema di salute prendono farmaci omeopatici.
Ma cos'è questa omeopatia?
Quando ho studiato per diventare medico, non mi hanno detto nulla di questa medicina "omeopatica" e credo che non sia una cosa buona perchè i medici dovrebbero conoscere tutti i farmaci che si vendono per consigliare, nel bene o nel male, coloro che vengono da loro.
Così ho voluto informarmi un po' su questa "omeopatia".
La prima cosa che ho saputo è che non si tratta di una novità ma di un sistema terapeutico nato più di 200 anni fa, quando non conoscevamo nemmeno a cosa serviva il sangue, la bile, il cervello.
A quel tempo osservavano con gli occhi l'uomo e inventavano teorie per siegare come nascevano le malattie e come guarivano.
Così un medico tedesco, Samuel Hahnemann, pensò che si potesse combattere la malattia con un farmaco che induce nell'uomo gli stessi sintomi della malattia, seguendo l'antico principio "similia similibus curantur" (si cura il simile con il simile). Da qui il nome "omeopatia", dall'antica parola greca homoios (simile), da cui viene anche il nostro verbo "ammiàzo".
Per fare un esempio, volendo curare una malattia che porta mal di testa e febbre dobbiamo trovare una sostanza che, dopo essere stata assunta, provoca anch'essa mal di testa e febbre. Poi, per creare veramente il farmaco, si prende questa sostanza e si diluisce moltissimo, perchè gli omeopati credono che il farmaco più è diluito e più è efficace. Ma non basta: per prepararlo bene bisogna scuoterlo fisicamente per caricarlo di "Lebenskraft" (Forza Vitale), così è finalmente pronto.
Una volta era una modalità abbastanza diffusa questa per creare medicine, e qualcosa di buono ne è venuto fuori, come il vaccino del vaiolo. Ma non era un paradiso, sappiamo che la vita era breve, molti bambini morivano di malattie e non si erano trovati rimedi veramente efficaci per la malattia e per il dolore.
Al giorno d'oggi qualcosa è cambiato: abbiamo il microscopio, la radiologia, la biologia molecolare. Conosciamo le funzioni di quasi ogni tessuto e fluido del nostro corpo, sappiamo come il nostro organismo estrae energia dal cibo e lo trasforma in carburante utile a far vivere le nostre cellule. Sappiamo da dove vengono molte malattie, causate da virus, batteri o da qualcosa che funziona male nel nostro corpo e nel nostro cervello.
Certo non sappiamo tutto, ma sappiamo molte piccole cose che si sono dimostrate vere, dall'altra parte la grande "forza vitale" è nata e rimasta solo nella testa degli omeopati e dei filosofi.
Inoltre sappiamo anche un'altra cosa. Per dire che una medicina funziona non basta l'opinione di chi l'ha creata o di coloro che l'hanno provata, perchè sappiamo che quando si dà dell'acqua a una persona convincendolo che si tratta di una medicina è facile che questo si senta meglio, è quello che si chiama "effetto placebo".
Perciò oggi i farmaci che si vendono si sono dimostrati più efficaci del placebo in studi controllati. Per i farmaci omeopatici sono stati fatti pochi studi controllati e sembra che questi pochi abbiamo dimostrato che l'omeopatia fa poco o nulla più del placebo.
Gli omeopati ribattono che coloro che hanno condotto questi studi hanno avversione pregiudiziale contro l'omeopatia e sostengono che non è così che si dimostra l'efficacia della loro terapia.
A me personalmente l'omeopatia non inspira fiducia e talora ci vedo dietro solo un business.
Ma su un'aspetto secondo me gli omeopati hanno ragione. Oggi i medici spesso non guardano l'uomo malato nella sua integrità: trovano la malattia, danno un farmaco per curarla, calcolano e dicono quante possibilità ci sono per il paziente di guarire o di morire.
Ma non è questo che si aspetta la persona malata, che desidera di essere ascoltato e di essere considerato come uomo e non come malattia da curare.
Però per fare questo non giova tornare alla medicina di 300 anni fa, basta coniugare un po' di umanitò alla scienza moderna.

Francesco Penza

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