martedì 1 gennaio 2008

Sapete perchè la gente che d'estate vive a Roca Vecchia è tutta di Calimera? (Tzerete jatì o jeno, ka o kaloceri zii sti Roka Palea, ène manechò...)

Quando i Turchi nel presero Otranto, anche Roca fu conquistata. Molti secoli avanti Cristo era terra dei Messapi (ce lo dicono i ritrovamenti archeologici e le mura).
Successivamente fu un luogo sicuro per le scorrerie dei pirati. Carlo V ne ordinò la distruzione , eseguita dal Governatore di Terra d’Otranto Ferrante Goffredo nel 1544.
I Rocani superstiti si trasferirono nel largo di Roca Nuova, che si trovava a pochi chilometri dal mare.
Roca Nuova era formata da una porta d’ingresso, poche abitazioni, due strade, una piazza, una torre-palazzo, una chiesetta.
Nel secolo XIX (due secoli fa) 150 persone circa abbandonarono Roca Nuova per l’epidemia della malaria e si trasferirono nei comuni di Vernole, Melendugno, Borgagne e Calimera.
Dopo la II guerra mondiale i Calimeresi tornarono a Roca Vecchia e costruirono le case per trascorrere l’estate al mare con la loro famiglia.
Ora nel territorio di Roca ci sono soltanto case di Calimeresi.
Anche San Brizio, ce lo dice la sua storia, con una barca accompagnò nel nostro territorio Cordulo, un soldato che si trovava in Francia e quando lo lasciò gli chiese se conosceva il luogo. Ma dove poteva portarlo? A Roca dove vivevano i suoi.
Da alcuni documenti risulta che nella Cappella della Madonna di Roca c’era un altare dedicato a san Brizio, distrutto nel 1911.
I Calimeresi a Roca, che tanto amano, hanno scavato tante buche per i bambini, affinché potessero fare il fare il bagno quando il mare è agitato. I toponimi ce lo ricordano ancora: Conca di Pascariello, di donna Paolina, di Reale, la scala di Mezzomilione, il canale de Lu Mita.
I Calimeresi amano molto il mare di Roca, perciò d’estate sono tutti lì.
Anche San Brizio, che accompagnò Cordulo, ama il mare azzurro, limpido e bello di Roca nostra.
ENZA GUIDO

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